Forum delle donne contadine: no agli ogm, sì al consumo locale

«Noi siamo la soluzione»: questo è il nome e il motto dell’organizzazione delle donne contadine africane, che si sono riunite in Senegal per dire no agli Ogm e valorizzare la produzione e il consumo locale.

L’organizzazione di contadini dell’Ugpm, beneficiario e partner locale di Fratelli dell’Uomo (Fdu), ha celebrato il 15 ottobre a Mekhé (Senegal centro-settentrionale) il Forum Nazionale delle donne rurali con un incontro tutto al femminile: donne da tutto il Senegal di “Nous Sommes la Solution”(“Noi siamo la soluzione”), un’organizzazione che riunisce dal 2011 le contadine senegalesi, ghanesi, guineane e maliane, si sono ritrovate per discutere sui temi della sovranità alimentare, dell’agro-ecologia e del consumo locale. Fatou Bintou Diop, coordinatrice regionale di Nss e membro dell’Ugpm, spiega: «Ci battiamo per il riconoscimento del ruolo centrale della donna in ambito rurale, diciamo no agli Ogm, sensibilizziamo le donne alla valorizzazione delle tecniche agricole tradizionali e dei prodotti locali».
In un paese dove, come spesso succede in Africa, l’acqua è una risorsa preziosa e scarsa, e dove le politiche statali economiche hanno fino a poco tempo fa privilegiato le importazioni piuttosto che il consumo locale, l’azione di “Nous somme la solution” è duplice: «da un lato vogliamo influenzare i dirigenti e lo Stato a preservare e proteggere le nostre sementi tradizionali, dall’altro formiamo e sensibilizziamo i contadini affinchè utilizzino i compost organici e abbandonino i fertilizzanti chimici», precisa Fatou Bintou Diop.
Proprio in vista dell’autoconsumo e della valorizzazione dei prodotti locali, le donne dell’Ugpm si sono attivate da anni in un progetto di raffinazione di olio estratto dalle arachidi che i loro mariti coltivano nel villaggio e che loro stesse trattano. Dopo un’opportuna formazione e grazie all’acquisto di macchinari adatti, le donne eliminano le aflatotossine presenti nell’olio, rendendo il prodotto più sano e di qualità rispetto all’olio che le senegalesi acquistano quotidianamente nelle boutique davanti casa per cucinare.
L’idea è di commercializzare il prodotto in tutto il Paese e negli ambienti urbani, a cominciare da Dakar. Il problema sussiste a livello finanziario, a causa della concorrenza dell’olio principalmente commercializzato, di soja o di arachidi spesso importato, e a livello di permessi: lo Stato non riconosce infatti all’Ugpm la licenza formale di vendita del prodotto. Questo è un vero peccato se si pensa che, per esempio, il dato emerso da un’indagine personalmente condotta per Fratelli dell’Uomo, il consumo di olio all’Unité 7 di Parcelles Assainies (periferia di Dakar) giornaliero (per la preparazione di pranzi in media di 7 persone), si attesta in media a quasi 1 litro al giorno. Nè le donne rurali dell’Ugpm nè quelle di “Noi Siamo la soluzione” si daranno facilmente per vinte. Fatou Bintou:«Il nostro slogan? Produciamo quello che consumiamo e consumiamo quello che produciamo».
Guarda la galleria
Durante il Forum, le donne dell’Ugpm hanno preparato una degustazione di piatti originali con cereali e alimenti locali, innovativi per l’alimentazione senegalese stessa: crocchette e yoghurt di manioca, cous-cous di fagioli ecc.