FUK’N KUKK: rap e impegno sociale nelle periferie senegalesi

FUK’N KUKK: rap e impegno sociale nelle periferie senegalesi

A Dalifort, banlieue di Dakar, il gruppo rap Fuk N’Kukk si attiva in favore dei giovani del proprio quartiere.

Fukk N Kukk albumOggi la rubrica Africtivistes di Voci d’Africa farà un focus sulla puntata della settimana scorsa dedicata al movimento Y’en a marre (Yem) in Senegal. Tra i gruppi di musica rap parte del collettivo, c’è anche Fuk N’Kukk (dal wolof, “Dieci e nero”): proprio di loro avevo parlato a febbraio in una puntata di Periferie condotto da Radio Popolare. (Ascolta la puntata di Periferie dell’11/02).

In prima linea nelle proteste del processo elettorale 2012 e nelle iniziative di Yem, nel 2014 il gruppo si è lanciato autonomamente in un progetto a vocazione civica, “Wesuul“: dal wolof, “Non è mai troppo tardi“. Per che cosa? Me lo ha spiegato Emile Thiaw, il loro manager: «Wesul è l’ alternativa. Vogliamo dire ai giovani che anche se sono caduti nel giro della droga o della prostituzione, non è mai troppo tardi per integrarsi di nuovo nella società. Allo stesso modo, non è mai troppo tardi per noi giovani per contribuire allo sviluppo del nostro quartiere, visto che siamo la risorsa più preziosa per far emergere il nostro paese. In passato avevamo fatto concerti, e va bene. Ma a cantare e poi rientrare a casa, cosa resta poi nella testa dei giovani che ci seguono? Quindi abbiamo cercato di avvicinarci ai giovani prima dei nostri concerti, confrontarci con loro, capire i loro problemi e poi tornare con persone che hanno l’expertise per discuterne meglio».

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Da sinistra a destra: Free Leader, Emile Thiaw, Kab 2 Seus, Pidi Nef e

La prima edizione di Wesuul si è tenuta attraverso incontri con i giovani del quartiere di Fukk’N Kukk, Dalifort, alla periferia di Dakar. Un quartiere che nei media senegalesi trova spazio spesso solo quando si parla di degrado e criminalità. Cambiare l’immagine di Dalifort, mostrare e valorizzare l’energia positiva di tanti giovani che ci abitano, inserire il quartiere nel panorama rap delle altre banlieues di Dakar, dare una speranza ai giovani in difficoltà e privi di mezzi, sono tra le missioni di questo gruppo. Insieme a quella di valorizzare la cultura rap autoctona a discapito di quella americana: con la creazione di una slang propria (Kalamu Mbedd) e attraverso il rilancio del cappellino tradizionale senegalese, il Cabral (dal nome di Amilcar Cabral, eroe dell’indipendenza della Guinea Bissau che lo portava), per rimpiazzare quello hip hop americano che andava di moda tra i giovani senegalesi. «Prima i giovani avevano vergogna di portare il Cabral, oggi vedi lo vedi in testa addirittura a dei funzionari nei loro 4×4! E abbiamo creato lavoro, prima il berretto costava 300 F Cfa e oggi costa 800, a volte non lo trovi neanche nei mercati!», assicura Emile Thiaw.

Il gruppo, tuttora senza produttore ufficiale, si è fatto da sé: a partire dal 2003, quando tre rapper di Dalifort hanno iniziato a fare rap insieme.

Qualche mese fa, li ho incontrati nel loro foyer (spazio del comune, dove si ritrovano per discutere e programmare le iniziative) in un’assolata via di Dalifort: Pidi Nef, venditore di caffé di 27 anni, “recuperato dalla strada” dal gruppo quando aveva 16 anni; Kab Seus 2, disoccupato di 35 anni; Free Leader, 37 anni, professore di inglese. Tutti e tre vorrebbero fare della loro musica una professione: la strada è lunga, ma anche tanta ne hanno fatta. Completamente da soli.

Al 2006 risale la loro prima apparizione sul mercato nazionale attraverso la compilation “Bul sonno”, (“non essere stanco”), che raggruppava diversi artisti che non avevano mai fatto uscire un album, tra cui tanti gruppi delle periferie. Nel disco FNK ha cantato il brano “Wonna lay def”, “mostro quello che faccio”.

IMG_4602L’anno che più ha marcato la carriera del gruppo è stato tuttavia il 2009, in cui Fukk n kukk è esploso attraverso il brano Yen bu diss,”( il fardello è pesante”) nella compilation “Sacre corruption”, prodotto dal noto gruppo senegalese Daara j family in collaborazione con l’associazione locale Forum civile. Il brano, una denuncia della corruzione, è apparso in tv e su youtube, e  li ha resi noti fino ad oggi. Dopo altre partecipazioni in diverse compilation, come in “Presa di coscienza collettiva” nel 2011 (con il brano “Ruu bu Fus, “The king of the ground”) e nel 2012 nella compilation di Y’en a marre durante la campagna elettorale delle presidenziali, il primo singolo del gruppo, Def Ndam (“Fai la vittoria”) è apparso nel 2013. L’esordio con il primo album è avvenuto finalmente il 21 novembre del 2015. “Def Ndam generation“, “La generazione vittoriosa”, è il titolo di questa raccolta di 15 brani in wolof.

In questo momento Fuk’ N Kukk è in tournée in tutto il Senegal. A maggio, ci sarà l’ultima data a Dakar. Il 6 marzo è uscito il nuovo clip ufficiale Fnk Ngay Zing. (Vai anche sul canale youtube del gruppo).

Come di consueto nella rubrica Africtivistes, vi propongo di ascoltare direttamente i tre protagonisti del gruppo.

Traduzione “Voci d’Africa”:

  •     Fukk' N Kukk

 

Kab2 Seus: In questo quartiere c’era incomprensione, la gente non ci capiva…oggi conduciamo tutti la stessa lotta, ma prima ci dicevano che eravamo dei fumatori di marijuana, dei delinquenti, dei teppisti: ma non potevano impedirci di cambiare, di fare qualcosa per il quartiere, di rendere coscienti i nostri fratelli, perché l’hip hop ci ha salvato. Abbiamo capito che la strada è la migliore scuola…io ho lasciato la scuola nel 1994 a Cm2, ma non rimpiango niente. Non parlo bene il francese, ma non mi importa, ho un messaggio e lo veicolo lo stesso, faccio del mio meglio per andare avanti. E oggi i giovani lo hanno capito. Per farti un esempio, Pidi Nef ha un fratello all’estero, che ha fatto di tutto affinché lui lo raggiungesse, ma lui ha rifiutato. Tanti giovani qui che hanno un visto possono lasciare tutto. Tanti nostri fratelli hanno pagato delle piroghe per partire, noi non l’abbiamo mai fatto, pensiamo che non sia giusto, che dobbiamo lavorare qui degnamente, e guadagnare la nostra vita degnamente. Se paghi una piroga per andare in Europa rischi solo la vita, abbiamo perso dei fratelli così..

Fukk N Kukk albumPidi Nef: Ieri ero con un amico che mi ha detto la stessa cosa. Mi ha detto:«tu, vai lì a Parigi (per i concerti) e torni qui per vendere il caffè Touba? perché non resti lì, sei serio?». Io ho risposto che ho una missione qui, che Fukk N Kukk mi ha educato…mio fratello, che poi è morto a causa di un’aggressione, aveva fatto tutto per me. C’è stato un periodo con la mia famiglia…quando accendevo la luce in casa mio padre mi diceva «Spegnila! Aspetta che il rap ti dia i soldi per pagare l’elettricità, visto che non vuoi andare all’estero a lavorare…tuo fratello ti offre un visto e tu non vuoi, mentre ci sono persone che prendono le piroghe e sacrificano la loro vita per andare lì». Ma io so cosa voglio e cosa non voglio, perché siamo persone con dei valori e dei principi, anche se veniamo dalla strada: la strada ci ha educato, ci ha insegnato che dobbiamo camminare con la coscienza tranquilla e con una visione chiara per raggiungere il proprio obiettivo.

Free Leader. “Def Ndemm Generation” è una sfida. Perchè come dicevamo prima, il quartiere è un po’ isolato: si sentiva sempre il nome di altre banlieues, Pikine, Thiaroye, Guediawaye, non sentivi mai Dalifort. Def N Demm è anche patriottismo, perchè ogni individuo deve partecipare allo sviluppo del proprio paese. Patrioti come Nelson Mandela, come Thomas Sankara, come Cheikh Anta Diop, sfortunatamente la maggior parte dei nostri presidenti non sono patrioti, sono lì per i propri interessi. Quindi “Def Ndemm generation” è la generazione vittoriosa, è la generazione del ritorno al paese natale, perchè per noi puoi andare all’estero a cercare soldi, ma poi tornare per sviluppare e investire il paese, (…) abbiamo fatto un brano che parla proprio di questo.
Il nostro sogno è che tutti i giovani ascoltino il buon rap, quello impegnato. A parte questo, il mio sogno personale è di trasformare questo quartiere in una grande città, con degli edifici, e costruire una scuola, degli studi per i giovani musicisti che vogliono registrare…

Emile Thiaw. Il mio sogno è che dopo tanti sacrifici per arrivare fino a qui, il messaggio di Kukk N Kukk sia diffuso in tutto il mondo. E anche di riuscire nel nostro quartiere a convincere i giovani non solo con belle parole, ma attraverso gli atti: costruire per esempio delle scuole, delle boutiques per offrir loro un lavoro, degli ospedali, perchè no. Perchè questo quartiere ha fatto di tutto per noi, e noi dobbiamo rendergli la moneta. Quindi il mio sogno è fare di Dalifort un quartiere veramente hip-hop, in cui l’hip-hop contribuisca veramente allo sviluppo di questa località. Stiamo lavorando, abbiamo pochi mezzi, ma le idee sono là, e prima o poi arriveremo a realizzare il nostro obiettivo. Inchallah.

 

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