Quando la disabilità si dissolve nell’arte: terza edizione del Pennello della pace di Yoni Diongue
La 23enne Yoni Diounge, tetraplegica dall’età di 10 anni, ha esposto le sue opere sabato a Dakar alla terza edizione del “Pennello della pace”.
«Madames e Monsieurs, cari parenti e amici, onorabili invitati, sento una grande emozione oggi davanti a voi. Vi ringrazio per la vostra presenza alla terza edizione del “Pennello della pace”. Questa esposizione è un mezzo per me di esprimere i miei sentimenti e la mia commozione, essendo a conoscenza di tutte le persone che mi seguono. Grazie dal fondo del mio cuore».
Si è espressa così ieri la giovanissima Yoni Diongue, durante
l’inaugurazione della sua terza esposizione ufficiale, avvenuta alla Piazza dei Souvenirs il 9 aprile a Dakar. Sotto un tendone, un centinaio di persone hanno ascoltato le testimonianze di coraggio e talento di Yoni e potuto ammirare le sue creazioni: quadri che «rappresentano l’impronta interiore di Yoni. Una ragazza che non è una portatrice di handicap se si intende l’handicap come una camicia di forza che ti trattiene, come delle catene che ti impediscono di avere contatti e relazioni con il resto dell’universo», commenta al microfono il semiologo Papa Oumar Fall.
Gran parte dei senegalesi conoscono Yoni, poichè più volte è apparsa in televisione; io personalmente l’ho conosciuta a Dakar nel 2013 mentre girovagavo tra i banchetti dell’ Handifestival (festival in cui persone abili e diversamente abili hanno l’occasione di mostrare e vendere le proprie opere e manufatti, di cantare o esibirsi in spettacoli). È stata lei stessa a raccontarmi la sua storia: di come quando, a 10 anni, in seguito a un’improvvisa crisi che gli ospedali locali non hanno saputo spiegare, sia rimasta paralizzata in tutto il corpo e inchiodata su una sedia a rotelle. E ancora, di come grazie a delle terapie abbia potuto recuperare il movimento del collo e della testa, e grazie a questo un giorno, vedendo il padre artista eseguire le sue opere, gli abbia chiesto di portargli pennello e colori per provare a dipingere. Con la bocca. Da quel momento, piano piano, tutto è iniziato.
Da quell’incontro, seguo Yoni, ne parlo quando posso (ringraziamo la trasmissione Periferie di Radio Popolare, nel 2013 condotta da Claudio Agostoni, per averle dato spazio con un mio reportage sull’handifestival), e ne promuovo le opere: non per compassione o pietà, ma per incoraggiare e diffondere un modello esemplare di persona che incarna determinazione, forza di volontà, coraggio, spirito di iniziativa. Per divulgare le iniziative di una giovane donna che combatte dolore, senso di giustizia e esclusione con il sorriso e con la creatività. Per contribuire ad abbattere stereotipi purtroppo ancora presenti in tutte le società verso l’handicap. Infine, per sostenere l’arte di Yoni, un’arte che apprezzo fine a se stessa. Piena di soli e colori nonostante tutto.
Lungi dal lasciarsi scoraggiare a causa della sua malattia, e grazie al sostegno dei genitori, che invece di mandarla a mendicare per le vie del centro di Dakar (come spesso succede qui in Senegal con bambini portatori di handicap) l’hanno sempre sostenuta, incoraggiata, e tenuto alla sua istruzione, Yoni ha potuto non senza difficoltà recarsi a scuola. Oggi frequenta tre volte alla settimana il British Council, dove sta studiando comunicazione in inglese. Con l’idea un giorno di poter promuovere le sue opere in tutto il mondo.
Con il ricavato dei suoi quadri, Yoni può pagarsi il taxi per andare alle lezioni e un’alimentazione diversa da quella del resto della famiglia (che come tutti i senegalesi, si cibano a pranzo di piatti a base di riso), oltre che risolvere altri inconvenienti pratici legati al suo handicap.
Nella galleria di foto che vi propongo, trovate non solo qualche foto dell’evento di ieri, ma soprattutto le sue nuove opere. Chiunque voglia ulteriori informazioni o anche solo conoscere Yoni, può contattarla direttamente attraverso facebook: Yoni Rassoul Diongue e Yonni Handicapable attraverso una matita che manipola con la bocca, Yoni riesce a scrivere da un telefono cellulare o da un computer. Altrimenti, si contatti via mail Africalive per avere il numero di telefono del padre di Yoni.
Vi lascio dunque a Yoni e ai suoi quadri. Dandovi appuntamento prossimamente su Africalive con la voce di questa giovane artista, che vi parlerà direttamente di lei.