Speciale Biennale Dak’Art/1. “Matières urbaines”: performance di video e danza in un villaggio di Dakar
Si chiama “Matières Urbaines” ed è stato ideato dall’artista italiana Tiziana Manfredi, in collaborazione con il coreografo congolese Andreya Ouamba. Danza, luce, colori, immagini in movimento hanno dato vita a uno spettacolo pieno di magia per il pubblico e gli abitanti del villaggio di Ouakam a Dakar. Primo appuntamento con lo Speciale Biennale Dak’Art 2016.
Uno spettacolo mozzafiato. È sera e fa buio a Ouakam. Eppure, il gioco di colori delle immagini video e delle luci delle torce, puntate sui protagonisti della performance, illuminano le strade, i volti del pubblico (tanti italiani e europei) e quelli degli abitanti del quartiere: soprattutto bambini affascinati e divertiti, sprizzanti di gioia ed energia. Loro, come gli altri spettatori, seguono lo spettacolo, letteralmente. La performance è iniziata infatti in strada davanti a una boutique, dove gli artisti si sono esibiti in una performance di mimica teatrale, interagendo con passanti, taxi e veicoli. Ad un certo punto, però, i ballerini sono entrati all’interno del villaggio, correndo tra le sue viuzze labirintiche: tra le case e le piccole moschee caratteristiche di Ouakam, quartiere di pescatori lebu che, seppure incluso nella città di Dakar, ha saputo conservare il suo aspetto tradizionale. Tale scenografia ha sicuramente dato quel tocco in più a una performance originale e stimolante con un finale a sorpresa: un gioco dinamico di danza contemporanea e video, in cui gli artisti coesistevano sulla scena ad altre persone su spazi reali o più metafisici proiettate su teli.
Uno spostamento del punto di vista. «Cerchiamo di creare uno spostamento del punto di vista dello spettatore e dell’abitante del luogo: è importante ricreare quello che noi abbiamo vissuto e visto nel villaggio anche alle persone che ci vivono. L’idea di farlo a casa loro lo è ancora di più: per far conoscere al pubblico questo posto, e poi perché quando restituisci il luogo al luogo hai uno spostamento del punto di vista della realtà», spiega la video-maker e video-artista Tiziana Manfredi (vedi il suo account Vimeo), ideatrice del progetto, realizzato con il ballerino e coreografo congolese Andreya Ouamba e grazie al sostegno anche dell’Ambasciata italiana in Senegal. Dopo una formazione all’Accademia di Belle Arti di Genova e un’esperienza professionale in ambito teatrale, è dal 2007 che Tiziana Manfredi lavora in Senegal, mentre dal 2011 ci risiede stabilmente. Qui ha potuto cimentarsi nell’unione di teatro e immagini video soprattutto dopo l’incontro con Andreya Ouamba, con cui ha sperimentato anche in altri paesi africani installazioni video in spazi urbani (come la video scenografia in Benin per lo spettacolo di danza contemporanea “www.smtp.af” alla Fondazione Zinsou a Cotonou, uno dei centri d’arte contemporanea più importanti del continente). Questa è per Tiziana la terza partecipazione alla Biennale di Dakar. «Nelle immagini che proiettiamo, parliamo di vita quotidiana: è importante restare nel luogo stesso in cui le immagini sono state filmate. Puoi proiettare la performance anche in una Galleria, ma perde qualcosa. Ogni istallazione video è adattata allo spazio, e qua come si vede c’è quello che noi chiamiamo “materia visiva riproiettata in altra materia viva”. C’è del cemento, delle case in legno, della lamiera, del metallo, c’è la vegetazione: la fusione di una doppia visione fornisce una terza visione», continua Tiziana Manfredi. Tra l’arte e il video, c’è la popolazione:«la gente qui è stata meravigliosa, gli passavamo davanti casa tutto il tempo…questo è il nostro modo di lavorare, io ho bisogno del contatto con le persone sempre», conclude l’artista.
Un’arte per il popolo e al servizio dell’incontro tra culture. Portare l’arte tra la popolazione, renderla accessibile e fruibile alla gente nei diversi quartieri di Dakar e del paese è proprio infatti l’obiettivo della sezione Urbi di questa dodicesima edizione della Biennale di Dakar, nella quale il progetto Matieres Urbaines è stato selezionato.
«Nell’ambiente urbano di Dakar la popolazione non conosce questo tipo di arte, è un linguaggio nuovo, una rivoluzione, e non era scontato che capissero», commenta Mamadou Ndoye Ngueye, artista plastico e professore d’arte, abitante del villaggio.«All’inizio è stato un po’ complicato con le persone, ma la popolazione è stata sensibilizzata ad avere una comprensione positiva dell’arte. Il messaggio passato è che l’arte è un modo per riunire le persone, anche nell’ottica di un metissage culturale. Alla fine, sono stato piacevolmente colpito dal fatto che delle persone anziane del villaggio siano venuti ad assistere alle prove durante tutto questo mese, e che abbiano soprattutto apprezzato il lavoro».
E in effetti tanto dello spettacolo è stato possibile anche grazie al ballerino e coreografo congolese Andreya Ouamba, che aveva già precedentemente abitato e lavorato nel quartiere. «In parte del villaggio mi conoscevano già, sanno chi sono e cosa faccio, e in ogni caso ci sono alcuni giovani che sono i nostri interlocutori, che hanno parlato con il capo villaggio e con tutto l’entourage. L’idea era anche di portare una certa forma di spettacolo e scrittura artistica in un posto dove le persone non ci hanno di solito accesso, oltre a quella di studiare cosa noi vediamo nel quotidiano e come le persone interagiscono tra loro e con lo spazio in cui vivono: in un luogo, quale il villaggio di Ouakam, il cui funzionamento è totalmente diverso anche da altre zone del quartiere stesso», commenta l’artista, basato a Dakar dal 2000. È stato in quello stesso anno che Ouamba ha creato la compagnia Premier Temps, formata da danzatori africani di diversi paesi, e che recentemente è divenuta anche associazione.
A voi, ora, il video dello spettacolo: